Alice
Un confortante nido di spaghetti

Mi sono crogiolata in due giorni di tristezza.
Il primo è stato come un groppo in gola che non vuole dare tregua.
Il secondo è stato più lieve, più gentile, ma è servito per sciogliere i nodi del precedente.
Abbandonarsi alla tristezza ogni tanto serve.
Forse non ci si concede mai un momento per assimilarla, non ci si perdona mai di mostrarsi fragili e con gli occhi gonfi di lacrime come tende da campeggio l'indomani di un acquazzone. Ma non c'è nulla di cui vergognarsi, nulla da nascondere.
La tristezza è un sentimento al pari di tutti gli altri e come tale, va vissuto.
E io, per un paio di giorni, l'ho vissuto il più intensamente possibile, per scongiurare che non tornasse a farmi visita troppo presto.
Poi ieri sera, all'epilogo del mio naufragare, ho impastato del pane a mani nude (era troppo tardi per azionare l'amorevole ma rumorosa planetaria) e per scandire il tempo ho ascoltato la voce di Stefano Accorsi impegnata a leggere dei brani.
Quel tono così avvolgente, così profondo e quasi familiare, mi hanno illuso per dodici minuti che stesse leggendo proprio a me. Per sussurrarmi di concentrarmi su altro che non fosse la mia tristezza: sulla farina, l'acqua a filo, il sale, e le parole scandite da quell'incredibile voce.
Ed è stato come un bacio sulla fronte prima di addormentarmi.
Così al risveglio, stamattina, ho concluso il mio esperimento di panificazione (che non è riuscitissimo, perchè si sa, quando si è tristi anche il pane sfornato si intristisce) e ho ringraziato per il sole che baciava il terrazzo, per il silenzio fuori dalla finestra, per il profumo del caffè e per un barlume di ispirazione che ha dettato il pranzo.
Così ho pensato ad un condimento per la pasta profondamente siculo, a me molto caro, che non ero in grado però di replicare per mancanza di ingredienti e a causa dell'allergia alla frutta secca della mia dolce metà. E' bastato apportare piccole modifiche, fantasticando un po', per farne un sugo denso e corposo, perfetto per abbracciare degli spaghetti alla chitarra di Garagnano IGP. I miei preferiti in assoluto.
Così dopo due giorni ho cucinato nuovamente con il cuore in mano: e ho reso un piatto di spaghetti un riparo perfetto dalle mie emozioni. Come in Lilli e il Vagabondo, ho condito gli spaghetti di un significato tutto nuovo. Molto più che un semplice piatto di pasta.
Ingredienti per due persone:
-160g di spaghetti alla chitarra di Garagnano I.G.P.;
-sale q.b. per l'acqua di cottura della pasta;
-sei pomodori secchi sott'olio;
-10 olive verdi sott'olio;
-due cucchiaini di origano secco;
-due cucchiai di pecorino stagionato
Procedimento:
Portare a ebollizione una pentola colma d'acqua; salare e cuocere gli spaghetti seguendo le indicazioni riportate sulla confezione.
Conservare un mestolino d'acqua di cottura.
A parte snocciolare le olive e porle in un mixer insieme ai pomodori secchi (non occorre scolarli). Frullare insieme a tre cucchiaini dell'olio di conservazione dei pomodori.
Aggiungere il pecorino grattugiato e frullare ancora.
Aggiungere l'olio a piacere per ottenere la consistenza più gradita.
Se piace consiglio di aggiungere uno spicchio d'aglio intero e tritarlo insieme al resto.
Scolate la pasta e conditela con il sugo di pomodori e olive, con una spolverata di pecorino e dell'origano secco.